L’Associazione ha scritto alla Sindaca Marialuisa Forte per denunciare lo stato di degrado dell’immobile, chiedendo un incontro urgente per affrontare la questione.
I lavori, infatti, sono fermi dal 2011 e da allora, nonostante le diverse segnalazioni inoltrate dalla nostra Associazione, la situazione è andata progressivamente peggiorando, a causa dagli accessi incontrollati da parte di sbandati e di tossicodipendenti, che hanno apportato anche danni alla struttura dell’edificio.
L’incontro richiesto si è svolto l’11 settembre scorso, alla presenza dell’Assessore Comunale ai Lavori Pubblici. In esso, l’Associazione ha chiesto di conoscere notizie aggiornate circa le cause giudiziarie che riguardano l’immobile e di provvedere con urgenza a sbarrare tutti gli accessi all’edificio, tramite muratura.
Attualmente, risulta che la struttura tecnica del Comune abbia ingiunto alla ditta di provvedere a chiudere gli accessi: in caso di inadempimento, provvederà il Comune stesso, a proprie spese, per poi farsi rimborsare dalla ditta.
Si è appreso che sono ben due cause civili che gravano sull’edificio.
Ripercorriamo, dunque, la storia travagliata di questo edificio:
- il 25 gennaio 2008 la ditta DEMAL srl stipulava con il Comune di Campobasso un contratto per la ristrutturazione dell’immobile di via Marche;
- il 17/04/2008 i lavori erano stati consegnati parzialmente, in quanto l’immobile risultava occupato da mobili ed arredi, e pertanto la ditta appaltatrice aveva solo potuto installare il cantiere e montare l’impalcatura esterna;
- il 24/08/2009 era stato redatto il nuovo verbale di consegna, sostitutivo del precedente, con cui si dava atto che il termine previsto per l’esecuzione sarebbe decorso solo dal verbale di consegna definitivo;
– i lavori erano proceduti con lentezza stante la non perfetta esecutività del progetto e la non
disponibilità dell’intero immobile, ed il certificato di pagamento del primo SAL emesso il
9/08/2010 per € 182.851,90 non era stato saldato; - la ditta DEMAL srl aveva inoltrato all’ente appaltatore le proprie doglianze con note del 17/02/2011 e del 20/4/2011, ed infine in data 12/01/2012 aveva
comunicato al Comune la sospensione dei lavori dal mese di maggio 2011; - nel 2017 il Tribunale di Campobasso accoglieva parzialmente il ricorso della ditta DEMAL, condannando il Comune a risarcire il danno del ritardato pagamento del primo S.A.L.;
- nel medesimo anno, la ditta DEMAL presentava ricorso in appello avverso la succitata sentenza, al fine di ottenere la risoluzione del contratto per grave inadempimento da parte del Comune;
- il Comune si opponeva al ricorso, evidenziando che nel gennaio 2011 l’immobile era stato reso interamente disponibile, ma senza la redazione di verbale di consegna definitivo, e che i lavori erano stati parzialmente eseguiti, con successiva sospensione unilaterale da parte dell’appaltatrice nel maggio 2011;
– la perizia di variante, approvata il 9/07/2013 e non sottoscritta dall’impresa, non risultava
motivata da carenze progettuali, ma piuttosto da esigenze di migliore fruibilità degli spazi
interni dell’edificio, ed infine che la ditta non aveva mai presentato istanza di recesso dal contratto; - con sentenza del 2021, la Corte di Appello di Campobasso rigettava l’appello della ditta DEMAL, condannando il Comune a risarcire solo una minima parte della somma richiesta dalla ditta;
- attualmente, pende ricorso in Cassazione, presentato dalla ditta DEMAL avverso la sentenza della Corte di Appello;
- Esiste poi una ulteriore causa, cominciata nel 2018 ed avente ad oggetto la contestazione, da parte del Comune, di gravi irregolarità e ritardi (ex art. 119 D.P.R. 554/99) perpetrati dall’Impresa nell’esecuzione dei lavori; tale procedimento pende dinanzi alla Corte di Appello di Campobasso, dopo che il Tribunale di Campobasso ha accertato e dichiarato la legittimità dell’operato dell’Amministrazione Comunale.