L’idea di fare Teatro a S.Giovanni ha mosso i primi passi nel 1998, con l’avvio di un laboratorio denominato “Chi è di scena”, cui hanno partecipato gli anziani del Centro Sociale “L’Incontro” e gli alunni della Scuola Media “Iovine”. Da lì è partita, poi, la prima rassegna di compagnie teatrali locali, ed infine il progetto si è pian piano sviluppato sino ad assumere le caratteristiche di un Festival la cui notorietà ha varcato i confini regionali.
Legare il nome del parco San Giovanni a Eduardo de Filippo è apparso un modo per sintetizzare anche venti anni di storia della nostra associazione che con ostinazione ha perseguito l’idea che si potesse creare uno spazio aperto un luogo pulito e sano, una piazza dove si potesse rappresentare la vita stessa del quartiere dove poter sviluppare iniziative capaci di esorcizzare antichi e non giustificati pregiudizi.
Il Teatro nel parco è quindi strumento di aggregazione ed integrazione che racchiude una forte valenza sociale sopratutto rivolta ai giovani perché, stando insieme, possano riflettere sulla propria condizione esistenziale in relazione alla famiglia, alle amicizie, ai rapporti sentimentali, ai “media” e le nuove tecnologie.
Eduardo trasferisce la sua concezione dello scambio tra teatro e vita secondo la quale, come in una compagnia teatrale bisogna cooperare per il fine comune della buona riuscita dello spettacolo senza che nessuno prevarichi l’altro, così nella vita è necessaria solidarietà familiare e sociale.
La rassegna annuale del “Teatro Popolare e della Tradizione” rappresenta un notevole volano per rafforzare la conoscenza e la passione verso una forma di arte sempre più popolare e vicina alle esperienze di una vita quotidiana, uno stimolo culturale notevole che interessa non solo gli abitanti del quartiere ma tutta la città. Le storie raccontate dagli attori non professionisti nel Parco San Giovanni, realizzano come sempre avviene nel teatro, una “grande magia” quando ogni sera si rappresenta una commedia, tra il quartiere e le tantissime persone che assistono si instaura una relazione, una crescita intellettuale che rompe l’isolamento a cui sembrerebbe condannata una parte della città decentrata e malamente concepita.